
Titolo: Una semplice bugia.
Autore: Tarryn Fisher.
Genere: thriller, giallo, thriller d’azione, giallo d’azione.
Pagine: 344 (formato ebook); 285 (formato cartaceo).
Dove reperirlo: app Apple Books; Google Play Libri; https://www.amazon.it; https://www.ibs.it; https://www.mondadoristore.it; https://www.lafeltrinelli.it; https://www.kobo.com; https://www.libraccio.it; https://www.bookrepublic.it; https://www.libreriauniversitaria.it; https://www.unilibro.it (formato ebook); https://www.amazon.it; https://www.ibs.it; https://www.mondadoristore.it; https://www.lafeltrinelli.it; https://www.libraccio.it; https://www.Ebay.it; https://www.libreriauniversitaria.it; https://www.unilibro.it; https://www.giuntialpunto.it (formato cartaceo) e probabilmente anche nelle biblioteche della vostra città/del vostro paese.
Trama: Lorraine, detta Rainy, vive in una casa sulla cima della boscosa Tiger Mountain. Si è trasferita in quella specie di isolato santuario, fatto di poche abitazioni, per dimenticare il suo tormentato passato e ricominciare tutto da capo. Quando un gruppo di amiche la invita per un weekend a Las Vegas Rainy accetta, seppur con poco entusiasmo. Ma quello che si prospettava come un divertente fine settimana tra ragazze si trasforma in un incubo quando Braithe, una delle donne della comitiva, non rientra in hotel dopo una notte brava. Poco dopo Rainy riceve un messaggio inviato dal telefono di Braithe: qualcuno l’ha rapita. E quel qualcuno l’ha fatto per arrivare a lei. Se vuole salvare la sua amica (e sé stessa) Rainy dovrà tornare a immergersi nel buco nero del suo passato, affrontando quei demoni che sperava di essersi lasciata alle spalle…
Dopo letture lontane dai propri gusti quando si rientra nella propria comfort zone ci s’aspetterebbe di trovare una lettura coinvolgente, che conquista fin dalle prime pagine: una lettura con la L maiuscola per intenderci.
Nonostante sia tornata a leggere un genere che a me piace tantissimo, ovvero il thriller, in questo caso non ho trovato niente di tutto questo. Ma le valutazioni, come sempre, saranno la parte finale della recensione.
Prima sarà meglio concentrarsi sul libro: “Una semplice bugia” di Tarryn Fisher è un romanzo in cui la protagonista, Rainy, è una ragazza dal passato complesso ed oscuro. Un passato che, nonostante siano passati vent’anni, la tiene ancora ancorata ad esso, anche se solo con il pensiero. Nel passato di Rainy si nasconde un segreto che nemmeno il suo fidanzato, Grant, e le sue amiche conoscono: la ragazza, ancora adolescente, e la madre sono diventate parte di una setta che faceva loro il lavaggio del cervello, manovrandole su tutto e decidendo per loro delle loro vite. Il capo di questa setta si chiama Taured, un vecchio compagno di scuola della madre, un uomo che con la sua parlantina ed i suoi modi riesce a farsi rispettare senza dover mai alzare la voce. Ed è proprio in un momento di difficoltà che la madre di Rainy si rivolge a Taured che la convince ad andare ad abitare, insieme alla figlia, al “complesso”, la sede della setta. Ma presto le cose cambiano e Rainy si rende conto che dietro la facciata da brava persona nell’uomo si nasconde un animo malvagio, vendicativo e sadico. Ed anche nel presente questa persona continuerà a tenere d’occhio la ragazza, diventata un’affermata artista. Rainy sa che il passato tornerà a bussare alla sua porta e quando succederà non sarà solo la sua vita ad essere in pericolo ma anche quella della sua amica Braithe. Riuscirà Rainy a sconfiggere i suoi demoni e a tornare ad essere una donna libera? Riuscirà ad affrontare il suo passato guardandolo dritto negli occhi?
Voto alla fine della lettura del libro: 3.
👍 nessuna nota positiva da segnalare.
👎 la narrazione scorre talmente lenta, tra salti nel passato e nel presente, che diventa ripetitiva e noiosa (libri così sono perfetti se si soffre d’insonnia perché, nonostante siano letture poco consigliate prima di dormire, fanno l’effetto di un sonnifero. (È sicuro che l’insonnia sparisce in un attimo, 😄!); la storia per quasi duecento pagine non entra nel “succo della narrazione” ed è un continuo raccontare tutto tranne che quello che dovrebbe essere uno dei punti focali della storia, ovvero Rainy che affronta il suo passato, a partire dal rapimento della sua amica Braithe; anche quello che resta della narrazione non convince perché i colpi di scena sono molto prevedibili e scontati; i personaggi secondari sono poco o per nulla sviluppati, quasi come se fossero delle comparse messe lì per sbaglio.
E voi avete già letto “Una semplice bugia” di Tarryn Fisher? Secondo voi dopo una delusione del o di uno dei vostri generi preferiti è meglio “rimontare in sella” leggendo un altro libro dello stesso genere oppure cambiare e orientarsi verso altre letture?








